Parliamo di un furto storico, un vero e proprio record in quanto si tratta di uno dei colpi più consistenti mai messo a segno nel corso degli ultimi anni. Il valore ipotizzato (in quanto la cifra potrebbe essere anche maggiore) si aggira attorno ai 5 milioni di euro; il fatto di cronaca è avvenuto nella notte a cavallo tra il 19 ed il 20 settembre del 2015, ai danni di alcuni ex industriali residenti nella città di Torino, all’interno dello stabile situato in Via Giolitti. All’interno della cassaforte, nella quale erano serbati i preziosi e i vari ricordi di famiglia, erano presenti anche alcuni gioielli molto rari risalenti alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. Alcuni di questi oggetti di inestimabile valore erano stati realizzati da maestri orafi milanesi e veneti nell’800, così come le parure e i bracciali con smeraldi, diamanti e rubini. La cassaforte era occultata all’interno di una parete nascosta con un doppio fondo (soltanto pochissimi familiari, oltre ai domestici, conoscevano il luogo in cui era nascosto il forziere con tutti i suoi tesori).
Per quanto riguarda le indagini, la proprietaria, una donna di 62 anni, aveva presentato la denuncia quel fine settimana, mentre si trovava fuori città per passare dei giorni nella tenuta in campagna. Inoltre nessun inquilino dichiara di aver sentito rumori particolari o di aver percepito qualche circostanza ambigua. Probabilmente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i ladri sono stati informati da qualcuno sulle abitudini della proprietaria e, soprattutto, sui suoi movimenti.
I malviventi sono riusciti a scassinare la porta di ingresso, insieme alla cassaforte ed al sistema di allarme, il tutto senza lasciare alcuna traccia, nessuna impronta o segno di effrazione. Un furto sicuramente ben studiato ed attuato da veri professionisti. In base a quanto dichiarato dagli investigatori, alla manovra avrebbero partecipato in quattro, il tutto concentrandosi sulla cassaforte senza al contempo considerare di rubare altri oggetti preziosi di cui la casa era piena. Per introdursi nella porta di ingresso hanno usato i doppioni delle chiavi, o comunque determinati attrezzi utili per duplicare le chiavi originali. Ancora da chiarire se i malviventi sono passati dalla porta di ingresso principale o se si sono calati dai balconi vicini. L’aspetto più eclatante è che questi ladri siano riusciti a sfuggire al sistema di allarme e a bypassare il problema della combinazione della cassaforte.
Per quanto concerne la pista, gli investigatori hanno sentito uno ad uno sia i familiari che i domestici, proprio per cercare il maggior numero di informazioni e contingenze anomale verificatesi nei giorni procedenti al colpo. Ovviamente, la refurtiva in questione non può trovare mercato attraverso i tradizionali canali di ricettazione, proprio perché il rischio di rivendere determinati gioielli catalogati e realizzati apposta per i membri della famiglia sarebbe troppo alto. Questa specifica tipologia di colpo suggerisce invece la pista del furto su commissione, magari proprio da parte di collezionisti d’oltralpe particolarmente interessati all’arte orafa del nostro Paese.
è assurdo, tutti quei soldi… per forza c’era un complice tra i dipendenti, altrimenti non sarebbero riusciti a portar via neanche un vaso…
Roba da pazzi, con tutti quei soldi in casa secondo me il sistema di sicurezza non era all’altezza, infatti non è servito!!!